ROMA – “L’esigenza oggi è quella di ottimizzare la campagna vaccinale al fine di rendere disponibile il maggior numero possibile di dosi di vaccino per la più ampia quantità di popolazione possibile. La somministrazione dei vaccini a un maggior numero di persone è legata a tre fattori: la quantità di dosi di vaccino disponibili; l’approvazione di diversi tipi di vaccini; la dilazione nel tempo delle seconde dosi. Se le prime due varianti non vengono accelerate, resta solo la terza possibilità”.
Lo sottolinea Claudio Cricelli, presidente Simg, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, che ipotizza “la possibilità di somministrare, per il momento, solo la prima dose di vaccino, al fine di immunizzare un numero più elevato di soggetti”. D’altra parte, rileva Cricelli, “non si parla di intervallo massimo tra la prima e la seconda dose. Questa evidenza scientifica porta alla conclusione che per aumentare l’immunità della popolazione può essere valida anche la somministrazione di una sola dose per il momento, rimandando la seconda dose a un periodo più lungo, come già fatto nel Regno Unito”.
“L’efficacia di una sola dose è del 50% circa, ma il dato più rilevante è che la copertura del vaccino resta molto elevata per gli effetti gravi, lasciando la possibilità che l’infezione possa comunque colpire ma in forma asintomatica o paucisintomatica. In breve, se l’Autorità sanitaria decidesse di aumentare questa dilazione nelle somministrazioni sarebbe una scelta possibile. Dal punto di vista scientifico ci sono dati che permettono di confermare gli effetti di immunizzazione”.